Il 12 ottobre 1492 rappresenta una data storica per il mondo: proprio quel giorno infatti, un navigatore chiamato Cristoforo Colombo approdava sulle coste americane, credendo si trattasse delle Indie. Da quel momento iniziarono una serie di scambi e relazioni tra il popolo europeo e quello americano, innescando rapporti sociali ed economici vivi ancora adesso. Gli italiani sono da sempre orgogliosi che un conterraneo abbia scoperto per primo un continente, cosa che, oggi come allora, rappresenta una rivoluzione per il mondo. Proprio per questo in moltissime città americane, soprattutto popolate da persone con origini italiane, come Detroit, Baltimora, Columbuso Denver, sono state edificate statue del celebre navigatore. Ma in questo periodo una tempesta imperversa negli Usa: le autorità di diverse città hanno deciso di rimuovere le statue di Colombo. Orgoglio patriottico ferito? Il caso più clamoroso è stato quello di Los Angeles, che a fine agosto ha scelto di festeggiare la Giornata dei popoli indigeni nel corso di una tempestosa seduta del consiglio comunale. Analoghe decisioni sono state prese in una cinquantina di città americane, fra cui Austin e San Francisco. Al centro del movimento, una lettura storica che fa di Cristoforo Colombo il simbolo del genocidio dei popoli indigeni dopo la scoperta dell’America. In molte università come Berkeley si sono svolti sit-in per denunciare quello che per i critici viene considerato non il più famoso navigatore di tutti i tempi, ma colui che ha dato vita a una storia di repressione, dolore e schiavitù.
Gli italoamericani, però, non ci stanno. Colombo e la sua festa sono motivo di orgoglio, un forte simbolo di riscatto per i discendenti di immigrati che dell’800 furono discriminati in quanto italiani e cattolici. Dalla loro parte c’è il presidente Donald Trump, che ha più volte ribadito l’importanza di Cristoforo Colombo e del legame Usa-Italia. “Gli italiani devono essere orgogliosi di Cristoforo Colombo. Non rinunceranno a questo simbolo senza combattere” – ha affermato. Un Mondo d’Italiani, quotidiano internazionale diretto da Mina Cappussi, che da sempre si occupa di italiani all’estero, ha deciso di far sentire la propria voce e dare un contributo ai connazionali esteri in un momento così delicato, nell’ambito del progetto Molise Noblesse Festival. Giovedì 12 ottobre, alle 10.00, presso le classi quinte degli Istituti Scolastici Superiori, Un Mondo d’Italiani, Centro Studi Agorà, Aitef e Asmef, presentano “Columbus Day”, che inizierà con una lezione del professore Giulio de Jorio Frisari(Istituto Italiano Studi Filosofici, visiting professor Università di Tessalonica). Successivamente, alle 11.00, in piazza Giovanni Paolo II, proprio di fronte la redazione Umdi, avrà inizio la vera festa: una rassegna cinematografica con un film ispirato all’epoca di Colombo, a cui ovviamente seguirà un dibattito, i selfie con la bellissima cornice Instagram e infine un collegamento con le comunità italiane in Usa.
Ci auguriamo che questa festa venga ripristinata, innanzitutto perché motivo di orgoglio per le comunità italiane e perché ha fatto scoprire, secoli or sono, un mondo di cui nessuno sospettava l’esistenza. Le iniziative prese in onore di questa festa sono sempre state molto caratteristiche: ad esempio a New York, in Fifth Avenue a Manhattan, l’Empire State of Building si accende dei colori della bandiera italiana e gli uffici pubblici sono chiusi. Il primo Stato a riconoscere ufficialmente questa ricorrenza fu il Coloradonel 1905 e nel 1937, su impulso dei Cavalieri di Colombo(un’associazione cattolica che aveva adottato il nome del grande viaggiatore), il presidente Franklin Delano Rooseveltstabilì che il Giorno di Colombodiventasse festa nazionale in tutti gli Stati Uniti d’America. A partire dal 1971 il giorno in cui cade questa ricorrenza è fissato per il secondo lunedì del mese di ottobre, lo stesso giorno in cui nel vicino Canada si celebra invece il Giorno del Ringraziamento.