To Rome With Love, grande successo da Bojano a Philadelphia con il Cineforum Umdi Covid Time. Prolifico il dibattito per i partecipanti: importanza del territorio, risalto maggiore ai borghi, stereotipi che segnano, coscienza da rispettare
To Rome With Love, grande successo al Cineforum Umdi Covid Time in collegamento con Philadelphia, casa madre di Filitalia. ‘Italia, Grande Bellezza’, il tema per i cineforum di giugno condotto da Federica Napoletano e Gianclaudio Mattiaccio è volto a mostrare la meraviglia che ogni giorno ci circonda. Al Cineforum Umdi Place of Ideas, organizzato da Molise Noblesse e Commissione Youth Filitalia Chapter Bojano con la regia di Mina Cappussi, è stato presentato ‘To Rome With Love’, uno dei capolavori di Woody Allen, ambientato a Roma.
Il dibattito, svoltosi in presenza, è stato prolifero di nuove idee per i collaboratori del Movimento per la Grande Bellezza, grazie anche al collegamento con Marco Circelli, che da Philadelphia ha rappresentato Filitalia International & Foundation. Il referente del collegamento internazionale ha portato i suoi studi e le riflessioni su memoria e territori e ha fornito un’immagine dell’Italia bella e romantica, nonostante l’emergenza sanitaria mondiale contro cui ha dovuto combattere. Ricordiamo che Filitalia International fondata negli Stati Uniti dal dr. Pasquale Nestico (presidente onorario) e presieduta da Paula Bonavitacola, è partner del progetto Molise Noblesse Movimento per la Grande Bellezza. Alla domanda “Con quale immagine voi, italiani all’estero, rappresentereste l’Italia?”, Circelli ha fornito uno spunto: attraverso le grandi città sicuramente, Roma è senza dubbio un cult, ma soprattutto bisogna dare un risalto maggiore ai piccoli borghi caratteristici che, di fatto, sono la colonna portante della nazione.
“I borghi sono il patrimonio vero dell’Italia – ha sottolineato Mina Cappussi – Immersi nel verde, nella bellezza e nella tranquillità della natura, circondati da montagne e colline, tra laghi, fiumi, altopiani, spiagge, i borghi sono un patrimonio unico e ancora poco valorizzato in cui riscoprire la semplicità delle cose, l’arte, la storia, l’enogastronomia delle origini, i tempi lenti, le tradizioni locali, archeologia, paleontologia, sport all’aria aperta e la prossimità umana e sociale, anche e soprattutto ai tempi del Covid. Proprio la pandemia, pur nella tragedia dei morti e del sacrificio di quanti hanno lavorato per limitare i danni, rappresenta l’occasione per una riflessione sul modello di vita che avevamo fatto nostro, quello dell’iper-tempo e degli impegni quasi automatizzati, ripetitivi, in crescendo. Ma anche senza ricorrere a speculazioni filosofiche o ecologiste, è innegabile che borghi e piccoli centri siano tornati oggi al centro dell’attenzione come luoghi ideali per vivere o trascorrere le vacanze, in un rapporto più equilibrato con la natura, dove le relazioni umane sono più autentiche, la vita scorre più lenta.”
“Oggi al nostro Cineforum Umdi Place of Ideas – ha proseguito la Cappussi – abbiamo visto scorci stupendi della nostra bellissima capitale, Roma. Il turismo nelle grandi mete tradizionali quali Roma, Firenze, Venezia, Napoli, Palermo è un must mondiale che non ha scadenza. Riprenderà con la stessa intensità quando saremo ritornati alla normalità. Ma adesso è l’ora di concentrarsi alla promozione di questo grandissimo patrimonio dei borghi che ha solo l’Italia e che il Molise rappresenta degnamente, facendosene portabandiera, con 136 comuni piccoli e piccolissimi dislocati su un territorio unico fatto di montagne selvagge, di mare, di laghi, di fiumi, castelli, palazzi nobiliari, chiese, monumenti, testimonianze del passato e di un popolo, i Sanniti, che il mondo ci invidia, che aveva la sua capitale proprio a Bojano, da cui è partito Molise Noblesse, il Movimento per la Grande Bellezza. L’Italia dei mille comuni è la nuova frontiera del turismo e dell’economia nazionale italiana aperta al mondo. Un turismo di prossimità in luoghi dove la qualità della vita è molto alta. Noi stiamo lavorando da anni per formare i giovani, per renderli consapevoli dell’immenso tesoro che è il territorio. Solo chi prende coscienza della Bellezza in cui vive sarà capace di promuoverla. In collaborazione con Filitalia e con tanti partner sparsi in Italia e all’estero abbiamo l’obiettivo di aiutare i giovani a credere nelle opportunità offerte da un territorio che solo apparentemente è povero. Noi siamo ricchi di valori che stanno scomparendo e la mancata industrializzazione è il nostro jolly, la nostra grande opportunità di sviluppo per far sì che nessuno più sia costretto ad emigrare, a lasciare una terra incredibile!
Il colloquio tra i partecipanti ha fornito numerosi spunti ai ragazzi, primi a riscoprire le tante qualità della terra d’origine da mostrare al mondo e di cui andare fieri. Tanti i temi e le emozioni emerse: il disincanto per la Roma più romantica, la precarietà della fama, la coscienza da rispettare, gli stereotipi che ci segnano. Lo stampo di Woody Allen si percepisce dai primi minuti del film. Le storie dei personaggi si integrano perfettamente con la capitale italiana e la mettono in risalto, soprattutto perché mostrano spesso allo spettatore i luoghi romani più famosi.
“Bel film, ci permette di vedere la bellezza del nostro Paese, ovvero l’Italia e soprattutto di valorizzarlo. Anche in seguito a questo periodo di lockdown, dovuto all’emergenza sanitaria, diamo un peso diverso alle cose che finora abbiamo dato per scontato”.
“Film interessante. Molti i temi affrontati durante il Cineforum. Quello che mi ha colpita di più è stato sicuramente quello dell’importanza che diamo alle cose futili. Ad oggi noi giovani siamo, infatti, troppo attaccati ai beni materiali e perdiamo di vista i valori importanti”.
“L’immagine che fornisce Woody Allen di Roma è quella che hanno un po’ tutte le persone che la guardano da fuori. Città bellissima e incantevole, ma di fondo vengono mostrati gli stereotipi che permeano il nostro Paese. La voglia di riscoprire gli angoli più remoti dell’Italia è tanta. Soprattutto in seguito alla quarantena ci siamo resi conto di quanto, in particolar modo noi molisani, siamo fortunati per il posto in cui viviamo per ciò che riguarda il paesaggio, per le opportunità, purtroppo, il discorso è diverso”.
“A parte le riprese meravigliose della Città Eterna, ciò che mi ha colpito di più è la rappresentazione della coscienza che il regista mostrava attraverso la comparsa, prima reale poi immaginaria, di un uomo che aveva precedentemente vissuto nella casa di uno dei protagonisti. Purtroppo, la coscienza si fa sentire sempre dopo, dovremmo imparare ad ascoltarla prima”.
“La situazione in cui mi sono rispecchiata di più è quando il padre del protagonista sapeva cantare perfettamente da solo sotto la doccia, ma gli riusciva difficile farlo davanti ad un pubblico. La rappresentazione di Roma fornita dal regista mi ha dato tanto da riflettere sulle bellezze che l’Italia ha da mostrare. Io stessa, appena finita la quarantena, mi sono data alla scoperta del mio Molise”.
“Mi ha colpito il discorso della fama, la maggior parte delle volte acceca tutti anche se non c’è un motivo di fondo importante che rende determinate persone popolari. La rappresentazione della coscienza del giovane architetto ci ha fornito spunto per riflettere sulla nostra. Non sempre le diamo ascolto. Il tema emerso più importante, in linea con la tematica di fondo degli appuntamenti di giugno è bellezza del nostro Paese. Soprattutto in seguito all’emergenza che abbiamo vissuto è importante riscoprire il posto in cui viviamo ed applicarci per promuoverli”.
“Ho apprezzato molto la scena in cui il ladro e il personaggio famoso collaborano, superando le avversità riescono ad uscire vincenti da una situazione svantaggiata. Se collaborassimo di più potremmo raggiungere più facilmente i nostri obiettivi. Altri temi molto presenti sono la fama, rappresentata dal personaggio di Benigni, e lo stereotipo, ogni personaggio incarna una caratteristica dell’italiano medio”.
“Il lungometraggio mi ha dato l’occasione di riflettere su alcuni punti, come quello di cercare la felicità in cose effimere che dipendono dagli altri e quello di ascoltare di più il proprio sesto senso”.